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al testo di Marco Biffani
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Il Portafoglio
Per un uomo è lo scrigno della vita, degli atti suoi importanti il condensato ed i primi pensieri del mattino prima di uscire e della sua battaglia sono le chiavi, occhiali e il portafoglio. Concentrato di cose accumulate in ordine che solo lui conosce, poiché lo estrae per molte volte al giorno è uno strumento. Non può starne senza.
Patente, documenti e appunti vari, non parliamo di carte. Una dovizia. E conti e orari e codice fiscale col sanitario sempre plasticati. Bancomat e prepagate consumati e appuntate, per non dimenticare, le date degli impegni rilevanti per evitare sovrapposizioni. Di soldi? Sempre meno utilizzati.
Compendio della vita e del lavoro Il perderlo è esiziale e nel metrò lui ne controlla sempre la presenza. Biglietti da visita, dell’autobus un divieto di sosta non pagato, una giocata al superenalotto, un scontrino vecchio. Ma di cosa? Due pasticche di nitro per il cuore perché non si sa mai di questi tempi.
Il terrore di perderlo è costante, di quel casino servirebbe copia ma la rimanda sempre all’indomani. Di portafogli ne ha provati tanti ma quello giusto è quello più che usato dei pantaloni nella tasca dietro. Del maritozzo ha la fisionomia sformato, lucido e pieno di cose nonostante la moglie lo tormenti lui non lo cambierebbe con un altro.
Avarizia? No. Solo praticità. Pigrizia? No. La consapevolezza, se vince il Generale non lo cambi. Ed ogni volta che ci siede sopra lo rassicura, standogli alle spalle. Lo tranquillizza con la sua presenza indispensabile in ogni occasione, come caffè corretto con il latte lo prende, caldo, dieci volte al giorno.
E’ sintesi di vita, un punto fermo. Agenda del vissuto lo puntella, di cento schiavi fa un lavoro pari con il conforto poi del cellulare.
marco biffani |
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